E ancora Venezia
E ancora Venezia,
e il sapore di passi tuoi distanti.
Acqua che scivola su onde di parole,
a narrarsi i sogni e gli affanni.
E ancora Venezia,
e quel non so che di tuo che c’è rimasto dentro.
Calli che annusano movenze di sguardi,
a ritrovare matasse di antichi diletti.
Cammino e sento che non ci sei,
che i colori si fanno sfumature in dissolvenza.
Sei l’aereo che sparisce tra riccioli di nubi,
a ricordarmi il vuoto di una misura che non si colma.
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