Skip to content

Sì, viaggiare

"Viaggiare è un modo per alimentare la curiosità, riguardo al mondo, e a sé stessi”, riflette con noi lo scrittore-viaggiatore Paolo Ciampi

Io e Paolo abbiamo una cosa in comune: amiamo stare nel viaggio.

Io soprattutto dentro un treno, che mi porti altrove. Da anni il giorno del mio compleanno mi regalo un viaggio in treno, verso nuove mete o persone care. Ed oggi che è il mio compleanno, e sul treno non ci posso salire, oggi io viaggio dentro casa.

Quando il corpo è fermo, non è che si fermi quel che gira nella testa… anzi! Questi giorni a riposo mettono in moto riflessioni sul viaggiare, questa pratica e dimensione del vivere così comune e piacevole.

E chi mi segue, appunto, in queste riflessioni, in uno scambio virtuale che si fa dono di compleanno, è proprio Paolo Ciampi, giornalista e scrittore fiorentino, con all’attivo un bel bagaglio di libri pubblicati ed esperienze di viaggio vissute.

Paolo di viaggi se ne intende, per il fatto di averne sperimentati molti, da solo o in compagnia, con mezzi di tutti i tipi, in ogni luogo possibile.

Paolo incarna l’immagine che ho del viaggiatore. Che poi combacia con la sua visione, poiché per Paolo il viaggiatore è colui che “si mette in gioco e riesce a essere tale anche sotto casa”. Colui che, specifica Paolo, a differenza del turista tout court è aperto all’esperienza del cambiamento. Mi fa un esempio concreto: “uno dei viaggi più intensi che abbia fatto è quando un editore mi chiese un libro sulla mia Firenze – quello che poi è diventato Gli occhi di Firenze. All’inizio non ci credevo, ma poi sono arrivato molto lontano camminando per le mie strade di sempre”.

Andare lontano anche stando vicino. Andare lontano per davvero e poi tornare. Il viaggio ha mille forme, e nel vissuto di Paolo, viaggiare è fatto di immagini e sensi acuiti, dallo “zaino con cui a 16 anni partii per l’Europa con la prima Interrail”, al “vento incessante nel cammino lungo il Vallo di Adriano in Inghilterra”, ai “taccuini su cui faccio collezione di nomi  che sono anche storie”, alla “torta di mele che spero sempre mi attenda a casa, al mio ritorno”. Viaggiare scatena il desiderio di altrove, di esplorare e sperimentare. Viaggiare, continua Paolo, è “una  strana idea di libertà e l’irrequietezza che ho riscontrato in Jack Kerouac, quando dopo aver attraversato l’America arriva a Denver, la sua meta, e si domanda: e ora che ci faccio?”

E noi, ora, che ci facciamo, con questo tempo senza viaggio? Paolo mi viene in soccorso: “con i libri si fanno splendidi viaggi anche leggendo sul divano di casa”. E, oltretutto, le letture posso predisporre al viaggio: Paolo ammette che “molti viaggi sono nati dalla seduzione esercitata dalle letture. Non tanto guide e reportage, quanto buona narrativa che costruisce l’immaginario adeguato, perché ogni paese è ciò che di esso pensiamo e desideriamo.”

Buona narrativa di viaggio che – intanto – costruisca l’immaginario adeguato: mi chiedo se viaggiare sia “stare ben piantati in terra, o “portare in alto l’immaginazione”. Paolo propone una visione “inclusiva”: “direi l’uno e l’altro. Quando cammini i tuoi passi sono qualcosa di certamente umile. Non a caso umile viene da humus, terra. Però proprio per questo puoi alzare lo sguardo e guardare spicchi di cielo tra gli alberi.”

E ben piantato a terra Paolo lo è, nella sua Firenze-Campo di Marte, con cui sente un forte legame di appartenenza, quasi “un senso di complicità”. Firenze, da cui Paolo ama andarsene, per poi tornare – citando, come dono finale, Cesare Pavese ne La luna e i falò:

un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti.

E tu, quali viaggi pianifichi o ricordi, ora? Puoi raccontarlo in un commento qui sotto 🙂

Paolo Ciampi, lo trovi qui: https://passieparole.blog/tag/paolo-ciampi/

 

Share on facebook
Facebook
Share on twitter
Twitter
425 Views

2 Comments

  1. Immagino il viaggio che avrei fatto a maggio, proprio un viaggio di letture e bellezza, proprio un viaggio su invito di Verusca, a proposito, buon compleanno! per ora tengo il viaggio nell’immaginazione e nella voce, poi auspicando la materialità dell’essere.
    grazie Veru

  2. Leggendo le parole di Paolo Ciampi non può che tornarmi in mente il cammino che ho fatto sulla Via degli Dei, tra Bologna e Firenze, appena laureato nel 2018. Ripercorso poi leggendo l’anno successivo “Tre uomini a piedi” scritto appunto da Paolo, mi è sembrato quasi come riprendere quel treno di sola andata con lo zaino pesante sulle spalle.


Add a Comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

425 Views