
Oui,
c'est moi
Un caffè con Verusca
Avevo più o meno 10 anni e sulla scrivania del salotto a Marostica troneggiava una Olivetti rossa che la mamma mi concedeva di usare dopo i compiti. Premevo felice le dita sui tasti bianchi, dando vita ai miei primi racconti, che conservo ancora.
La scrittura è da sempre parte di me, così come la ricerca di un posto dove sentirmi “a casa”.
Da Marostica mi sono trasferita a Venezia nel 1998. Avrei dovuto tornare a casa dopo 3 mesi, ma a casa non ci sono più tornata. Ho vissuto 10 anni a Venezia, e nel mentre e dopo a Londra, Padova, Dallas, Beirut, Mestre, Firenze, per periodi più o meno lunghi.
Le città per me hanno un’anima, sono persone che mi accompagnano negli anni.
Curiosa verso tutto ciò che è diverso, aperta ed esploratrice, mi sono dedicata allo studio delle lingue straniere, formandomi come insegnante di inglese e italiano a stranieri: Laurea in Lingue e Letterature Straniere all’Università Ca’ Foscari di Venezia con specializzazione in linguistica, glottodidattica e didattica dell’italiano a stranieri, Dottorato in Linguistica Inglese e Master in Studi Interculturali all’Università degli Studi di Padova.

La vita continua a sorprendermi con i suoi cambiamenti, ma mi trova sempre più o meno pronta: so cosa vuol dire fare le valigie e andarsene per ricominciare, avendo cambiato 10 case in 10 anni. Ho scarpe sparse qua e là (un paio di stivali a Dallas e vari sandali a Marostica) che poi finisco per scordare di avere. Perché le cose che possiedo sono “altre”, e sono dentro di me.
Ho radici interne, nascoste nelle cose che più amo: la lettura, la scrittura, che porto sempre con me.
Sono una donna con radici portatili, come si definiva Anaïs Nin.
Radici che comprendono i libri di carta, i quadernini, le matite, le biblioteche, le case editrici, i caffè letterari, il caffè, le tazze grandi, le persone – che trovo più o meno ovunque attorno a me.
Radici che mi hanno avvicinata alla poesia, portandomi a pubblicare la raccolta La misura che non si colma (LunaNera, 2013), la plaquette Senza il sogno e con la pazienza (Le Murate, 2017) e Sofia ha gli occhi (Interno Poesia, 2018), a curare la raccolta Canto Mediterraneo di Nathalie Handal (Ronzani, 2018), e a ricevere alcuni riconoscimenti, come la menzione speciale al Festival DialogArti e al Premio Letterario San Domenichino nel 2016, al Premio Internazionale di Poesia Leopold Sedar Senghor nel 2018, al Premio di poesia e prosa Lorenzo Montano nel 2019, e al Premio Internazionale Don Luigi Di Liegro nel 2020.
Dal 1 settembre 2022 vivo e lavoro a Milano.
Non mi chiedo più “resterò?”, ci sono e basta (per ora!). Quel che conta, per me, è continuare ad avere la possibilità di scrivere davanti a un caffè, e spostarmi quando serve per trovare ispirazione, avere modo di esplorare ed entrare in relazione con il mondo – e con me stessa dentro questo mondo.
Progetti
Se ti va di conoscermi meglio e sapere dove trovarmi, ecco i progetti di scrittura e diffusione culturale che fanno parte della mia storia.
Articoli
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