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Il filo rosso

Alla scoperta dell’opera di una scultrice nella basilica di Santa Croce a Firenze e del filo rosso che lega i destini di due donne.

Per iniziare il nostro viaggio insieme, non potevo che portarvi nel quartiere che per primo mi ha accolta a Firenze, quando ci sono arrivata anni fa: la magnifica Santa Croce. Sono davvero molto legata a questa zona e, se non ci siete mai stati, vi consiglio di visitare la sua Basilica. Per chi non lo sapesse, o non fosse fresco di reminiscenze scolastiche, all’interno sono sepolti personaggi incredibili, come Michelangelo, Galilei, Machiavelli, l’Alfieri, il Foscolo e tanti altri… solo per questo motivo l’entrata è d’obbligo!

La mia missione di oggi però, è farvi conoscere una sepoltura, credo ai più sconosciuta, che ha una storia davvero affascinante.

Ogni processo creativo ha qualcosa di magico, in questo caso doppiamente, in quanto lega con un filo indelebile il destino di due donne: ma prima di tutto caliamoci nel periodo storico. Siamo nell’800 a Firenze, e ad una giovane scultrice, nata a Livorno da genitori francesi, viene commissionato un monumento funebre per la Basilica di Santa Croce, come destinazione originaria la cappella Medici. Questa opera commemorativa è destinata ad una ragazza morta giovanissima, a soli 17 anni, una poetessa di origini antillesi, Louise de Favreau, conosciuta come “la bella creola”. La scultrice, invece, si chiama Felicie de Fauveau (notate quanto sono simili i cognomi!), è una delle prime artiste a vivere della propria arte, in un momento storico in cui l’arte per una donna poteva rappresentare soltanto un passatempo. Felicie è una personalità stravagante, idealista, rivoluzionaria, colta, grande attivista politica, forte della sua identità di artista. Accoglie la richiesta. Quello che farà Felicie è davvero magnifico: trarrà ispirazione da una poesia di Louise per modellare la sua opera. Se andrete a vederla, soffermatevi sui dettagli (come quelli nella foto): esprime veramente tanta, tanta poesia, pare quasi di sentirne sussurrare le parole.

il filo rosso

Adesso vi do qualche dritta su come guardare l’opera

1 – Fate una panoramica generale per osservare la grande abilità tecnica dell’artista e la sua profonda conoscenza dei periodi gotico e rinascimentale.

2 – Soffermatevi sulla figura principale: si tratta proprio della poetessa, che scruta il cielo, dove si sta dirigendo. La veste svolazzante mostra un magnifico panneggio.

3 – Guardate in basso e vedrete spuntare una colomba: nel becco tiene un cartiglio con l’iscrizione dalle scritture “surge columba mea et veni” (alzati o mia colomba e vieni): chiaro riferimento all’ascesa in cielo della poetessa.

4 – Non perdetevi i cherubini piangenti: dal vivo sono un colpo al cuore. 

5 – Sullo sfondo, potrete vedere la città di Firenze, dove Felicie usa lo “stiacciato di Donatello” (una tecnica molto complessa, in cui con un minimo spessore, si crea la profondità in scultura, tecnica creata proprio da Donatello). 

Oggi la tomba, fresca di un recente restauro, si trova nel chiostro sul lato destro della Basilica. Vi consiglio di andare a godervela dal vivo, seguendo i miei suggerimenti. 😉

Info pratiche: per rimanere aggiornati su tutte le modifiche degli orari e giorni di apertura della Basilica, visitate il sito www.santacroceopera.it.

Non perdetevi questa opera, e buona Arte a tutti e tutte!!

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