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L’arte per dirlo: 40 anni di storia americana

Più di 50 artisti, tra cui donne, afroamericani e nativi americani, e le loro risposte agli avvenimenti racchiusi in 40 anni di storia.

Continuiamo il nostro viaggio insieme, ed oggi insolitamente non vi parlo di un’opera in particolare, ma di una mostra in corso a Firenze, che mi ha letteralmente stregata: American Art 1961 – 2001 a Palazzo Strozzi, uno dei palazzi rinascimentali più belli della città.

La prima cosa che mi viene da dire è che è una mostra densa, un vero e proprio viaggio nelle tendenze artistiche di oltreoceano. Vi avverto che le tematiche sono tante e che alcune sono molto importanti e attuali.

Le opere esposte, divise cronologicamente, arrivano da una mecca dell’arte contemporanea, il Walker Art Center di Minneapolis, dove la collezione fu proprio iniziata dal signor Tomas Barlow Walker, a cui è intitolato il museo. Ad esporre ci sono più di 50 artisti, tra cui donne, afroamericani e nativi americani e le loro risposte agli avvenimenti storici racchiusi nei 40 anni di cui la mostra porta il titolo. 

American Art

Adesso i miei soliti suggerimenti, in questo caso, su come affrontare la mostra:

1 – Prima di entrare nell’esposizione vera e propria, fermatevi nella saletta opposta all’ingresso, lì troverete una time line, che vi racconterà gli avvenimenti principali avvenuti in quegli anni, e vi renderà più chiaro il percorso.

2 –  Quando entrerete sicuramente più di un’opera catturerà la vostra attenzione, non vi fermate alla prima impressione, ognuna di esse ha un grande significato. 

3 – Se non vi voleste affidare ad una guida turistica, ci sono per ogni sala dei pannelli che vi raccontano in breve i concetti più importanti.

4 – Quando arriverete nella SALA POP lasciatevi catturare dai colori, l’arte “popular”, popolare, trae i suoi idoli dagli schermi televisivi e dai cartelloni pubblicitari. Siamo negli anni Sessanta del XX  secolo, in pieno boom economico negli Stati Uniti, e, al mondo in bianco e nero della prima metà del ‘900, se ne contrappone uno eccessivamente colorato e sgargiante per celebrare un benessere che sembra essere alla portata di tutti. Sorpresa: tra le opere esposte in questa sala ci sono anche quelle di Andy Wahrol!

5 – C’è una sala molto piccolina, molto intima, dove si parla di un grande dramma degli anni ’80, lo scoppio dell’HIV e di tutte le problematiche ad esso collegate. Qui troverete due artisti che hanno perso la vita per questa malattia, uno di essi è il celebre fotografo Robert Mapplethorpe, unito da una  profonda relazione alla grandissima poetessa del rock, Patti Smith. Sapete che la canzone “Because the night” la Smith la scrisse proprio per lui? 

6 – Ci sono poi sale legate ai diritti civili, alcune di esse presentano anche immagini forti, ma ciò è sempre segnalato prima di entrare nella stanza.

In particolare, di grande spessore e drammaticità, sono le opere di Cara Walker, una delle artiste contemporanee più quotate. La Walker usa la tecnica delle silhouette, sagome di carta ritagliate a mano. Una pratica molto in voga tra le donne bianche, usata come passatempo durante il periodo della schiavitù. Da lontano esse regalano scene gioiose, man mano che ci si avvicina si comprende che in realtà sono scene di una estrema violenza. Attraverso le sue opere l’artista vuole denunciare le ingiustizie e le atrocità che il popolo nero ha dovuto subire per secoli, e allo stesso tempo smontare alcuni stereotipi legati al suo popolo.

La mostra è visitabile fino al 29 agosto 2021, dunque consiglio di approfittare di questi ultimi giorni.

Orario di apertura:

Lunedì-venerdì 14.00-21.00
Sabato, domenica e festivi 10.00-21.00

Vi consiglio di prenotare. Per tutte le info visitate il sito: https://www.palazzostrozzi.org/

Buona Arte a tutte e tutti!

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