Rovesciarsi su prati smeraldo di vita
appiccicati ai sogni come infanti alla culla.
Perdere il senso del dovere
dannato
dannandosi anima e corpo alla frescura dell’erba.
Così
– silenti al sole –
immemori dei tempi che verranno,
brucare risate ed erba come
belve mai sazie d’amore.
Null’altro al mondo
null’altro chiedo,
a te e ai miei giorni.
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