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Donne “smart”: la statua di Maria Luisa de’ Medici a Firenze

Ogni 18 febbraio Firenze ricorda la scomparsa di una donna dei Medici, Maria Luisa, che ha fatto la differenza nella storia dell’arte della città.

Oggi vi porto in un luogo davvero speciale per Firenze, legato indissolubilmente con la famiglia, che qua, più delle altre, ha fatto la storia della città, sto parlando delle Cappelle Medicee, il mausoleo della famiglia Medici. Ho scelto questo luogo per presentarvi un’opera recente, ma soprattutto la protagonista di oggi, perché febbraio è il mese che la commemora per la sua scomparsa (18/02/1743).

Sto parlando di Maria Luisa dei Medici, l’ultima erede della dinastia, e, potrete ammirarla in tutta la sua eleganza proprio entrando nella cripta di questo museo, dove troverete anche le sepolture dei granduchi. Sarà la sua statua in bronzo ad accogliervi, opera dell’artista Alfonso Boninsegni.

Maria Luisa de' Medici a Firenze

Perché proprio lei?

Ecco i soliti consigli su come guardare e capire l’opera, in questo caso il personaggio:

  • Intanto, Maria Luisa è figlia di Cosimo III de’ Medici e della cugina di Luigi XIV, la quale presto abbandonò Firenze per tornare in Francia, lasciando un grande senso di vuoto nei tre figli, che non volle più vedere.
  • Cosimo III era noto per essere molto devoto (definito addirittura “bigotto”). Dal padre Maria Luisa prenderà lo stesso fervore religioso, ma sarà accompagnata per tutta la vita anche da un grande senso di allegria e di giocosità, amava tantissimo fare degli scherzi a chi la circondava. Celebre è la sua risata rumorosa.
  • Nota anche come l’Elettrice Palatina, perché sposa di Guglielmo di Düsseldorf, l’elettore palatino, con cui ebbe un matrimonio felice. In Germania, dove visse la sua vita di sposa, riuscì a creare una delle corti più brillanti d’Europa. Si faceva mandare quadri da Firenze, specie di pittori toscani, da esporre a corte. Altra sua grande passione erano i gioielli, specie quelli dalle forme e dai materiali più bizzarri, che il padre le inviava con gioia dalle fucine della città.
  • La stessa fortuna di un matrimonio sereno non la ebbero i suoi fratelli, Ferdinando e Gian Gastone, che ebbero, al contrario, delle unioni disastrose.
  • Nessuno dei tre fratelli ebbe figli. 
  • Maria Luisa tornò a Firenze vedova e senza eredi. Questo la pose davanti ad un enorme interrogativo: chi avrebbe salvaguardato il suo enorme patrimonio?, considerando che, per strategie politiche, il Granducato di Toscana era capitato in successione ad un’altra famiglia , i Lorena.
  • E qui entra in gioco la genialità di Maria Luisa, oltre che la sua determinazione e forza. Memore della perdita del Ducato di Urbino della nonna, Vittoria della Rovere, pensa ad un modo per salvare tutti i beni di famiglia. Ricordate questa data: 31/10/1737, anno in cui viene siglato il Patto di famiglia. Un accordo con i Lorena, a cui sarà ceduto sì tutto il patrimonio, ma a patto che non fuoriesca dal Granducato di Toscana. In questo modo nessuna famiglia, neanche futura, avrebbe potuto portare via dalla città che tanto aveva amato l’enorme eredità della sua magnifica famiglia.

Che dire? Grazie Maria Luisa, donna straordinaria.

Buona arte a tutti e tutte !!

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