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Quanto in linea sei, con la tua vita?

Ma che cosa è la felicità se non la semplice armonia tra l’uomo e la vita che conduce? - Albert Camus

Stamani, sabato, alle 5:00 ero sveglia.

Non che le altre mattine io dorma a oltranza: oltre le 6:00 non vado. Ho il risveglio precoce (così si chiama, medicalmente), che da una parte mi piace (mi addormento comunque presto, quindi le mie 6/7 ore mi bastano, e al mio corpo sembrano bastare pure), perché adoro le mattine presto. Adoro quel senso del “chissà cosa succederà oggi”. L’aria fresca, pura, pulita, ancora non contaminata dagli eventi e dalle fatiche di una giornata intera. La mattina presto è tutta per me. Così stamani alle 5:00 mi sono messa a:

  • scrivere 2 articoli per lavoro;
  • postare su FB e IG, per lavoro;
  • ascoltare Radio Capital, per distrarmi un po’ dallo schermo;
  • fare una sperimentazione culinaria.

Sperimentazione in cucina: farina d’avena, un po’ di sale, acqua, bicarbonato, olio di oliva, datteri a pezzetti (quelli grossi e veri, presi in un negozio alimentari gestito da arabi in Via Padova) et voilà, ho fatto i miei primi biscotti senza zucchero senza burro senza uova senza glutine (così dicono gli esperti della farina d’avena).

Alle 9:00 avevo già vissuto tutto questo, da sola ma non veramente sola, ossia con me stessa – che è tanta roba, tante idee, tanta creatività, tanti sogni. Alle 9:00 di mattina ero dentro la mia casina di ringhiera milanese, che mi sto godendo fino allo scadere del contratto del 31 gennaio 2023 –  poi si vedrà, qualcosa si troverà. Vivo dentro un monolocale di più o meno 20 metri quadri – e mi sento felice. Ho tutto quel che mi serve a portata di mano – armadio letto tavolo cucina bagno -, e per una come me, che adora il controllo, è una gran cosa!

Nella mia casina sto bene: a Milano, sto bene. Maria dice che a Milano sono “allineata”, cioè, secondo le teorie dello Human Design che lei segue (e per cui, pare io sia una cosiddetta Generator – se questo ti incuriosisce, ti consiglio qualche ricerca online!), mi trovo al momento giusto al posto giusto – per me, per il mio tipo di personalità. Il che mi porta a vivere una fase di grande benessere. Io sento questa energia che scorre, che si rinnova, che mi fa stare bene, dentro di me. Ogni giorno mi ringrazio per aver scelto di trasferirmi a Milano, 3 mesi fa, per nuove esperienze di vita e di lavoro. A volte temo sia l’entusiasmo dei primi tempi, ma poi caccio via il pensiero e mi godo il momento presente – che è decisamente bello e intenso.

Quando esco e vado nei luoghi che mi interessano – librerie, biblioteche, caffetterie coccole – finisco per conoscere gente. Milano è aperta, io sono aperta, dunque siamo connesse bene. Non dovrei stupirmi più, ma ogni giorno mi capita un contatto nuovo – tramite una persona che ho conosciuto, che me ne presenta un’altra, e un’altra ancora. E sono tutti contatti interessanti, che possono aiutarmi a imprimere una strada nuova al mio presente e futuro professionale. Sono incontri karmici! Una settimana fa ero a vedere un monolocale in una zona che amo molto vicino alla metro Turro: alla fine il monolocale non andava bene, dunque non ho trovato casa, ma ho trovato un amico: il suo inquilino attuale! Un giovanissimo cantautore di origini cilene pieno di vita e determinazione (come me!), curioso e aperto, con cui ho conversato amabilmente davanti a un caffè, e che vuole assolutamente presentarmi suoi amici e amiche “simili a me”.

Simili a me: dunque, come sono?

Come sono l’ho scoperto proprio oggi. Sono uscita per andare alla biblioteca di Crescenzago. Ho deciso di non prendere il bus (sempre molto pieno), ma di passeggiare per 20 minuti lungo via Padova (multiculturale per eccellenza). Piovigginava ma avevo l’ombrello grande e rosa che mi ha lasciato il mio compagno (dunque mi pareva di essere un po’ avvolta da lui), e la pioggia era sottile, non mi disturbava.

Una volta entrata in biblioteca, mi sono detta: occhi chiusi, sei qui per un motivo ben preciso, i manuali di italiano L2 per i tuoi alunni. Dopo neanche 2 minuti stavo osservando con ingordigia la sezione novità: ce ne sono varie, una di prosa, una di graphic novel e fumetti, una di saggistica e attualità e una di psicologia e benessere – quella da cui devo difendermi di più. Non ce l’ho fatta: un libro dalla copertina bianca candida spolverata di stelle gialle e rosse ha catturato la mia attenzione: Tutto tanto sempre. Sensibilità e altri superpoteri, di Nicoletta Travaini, psicologa e psicoterapeuta di Busto Arsizio. Le parole del titolo hanno preso a farmi luccicare gli occhi: tutto, tanto, sempreSensibilità. Superpoteri.

Naturalmente il libro è finito a casa con me. Sono quasi corsa a casa, stavolta prendendo il bus (per fare prima possibile!), mi sono sistemata sul lettone-divano, sotto la coperta di lana di pecora, ho sistemato un paio di cuscini a mo’ di tavolino, e mi sono messa a leggere. La tentazione era di mettere il cellulare in modalità aereo, ma poi mi viene il senso di colpa se qualcuno che ha bisogno mi cerca.

Nicoletta, l’autrice, scrive subito che per lei “il successo, e di conseguenza la felicità, ha a che fare con l’essere una donna intera e realizzata, senza dovermi tagliare via dei pezzi o rinunciare a parti di me.”

BOOM!

Mi crolla una tegola in testa. È esattamente come mi sento a Milano: intera – anche se preferisco l’espressione “pacificata con tutte le parti di me”, o “esattamente me stessa”. Milano è tanta come me. È fatta di tante parti diverse (quartieri, zone, aree, micro-città dentro la città) come me. Eppure mica sta male, Milano, se la gode tutta, la sua vita, si gode le sue mattine, i suoi pomeriggi, soprattutto le sue sere e notti brave! A Milano, non sto rinunciando a nessuna parte di me. Le sto sperimentando tutte (perfino quella, nuova, che cucina salato quasi ogni giorno!).

Nel suo libro, Nicoletta parla di felicità come di “abbracciare la propria vera natura”. Nicoletta, di natura, è molto sensibile: una cosiddetta Persona Altamente Sensibile. E da anni, Nicoletta lavora con Persone Altamente Sensibili. Io anche, mi sento una persona iper sensibile! Sento tutto, come se mi piombasse addosso a 100 chilometri all’ora… le parole, la luce, i rumori e i suoni… le emozioni… non è facile sentire tutto, allora io uso la strategia di “rinchiudermi dentro la bolla della scrittura”: mi isolo dal resto del mondo, e scrivo. Scrivo per proteggermi dal mondo. Dunque, anche io, sono una Persona Altamente Sensibile! Lo sapevo, dai, lo intuivo, ma è bello vedere che non sono sola. Che c’è chi, di lavoro, ha come obiettivo insegnare alle Persone Altamente Sensibili a gestire al meglio questa loro caratteristica, a farsela amica, quasi complice.

Nicoletta parla anche dei suoi “s-nodi” simbolici: esperienze di vita forti, che l’hanno segnata dando una svolta intensa alla sua vita. Penso che uno dei miei s-nodi sia stata la mia esperienza di vita di 10 mesi negli Stati Uniti (sono tornata, una donna diversa). E che anche Milano, ora per me, rappresenti un nuovo s-nodo. Mi sento in fase trasformativa – e sento di starci bene! Mi chiedo se ogni cosa possa essere uno s-nodo, per noi: l’incontro con una persona. Un libro che leggiamo. Una città che visitiamo, un nuovo impegno di lavoro.

Nicoletta scrive di avere trovato, grazie ai suo s-nodi simbolici, “fiducia nel processo”. Un’immagine bellissima. Non fiducia in qualcosa di esterno – comprese le persone, o non solo nelle persone. Non solo fiducia in sé stessi. Ma fiducia in quel che ci succede, giorno dopo giorno – nel sentiero su cui ci troviamo a camminare. Che non sarà per forza sempre facile, ma che comunque, da qualche parte ci porterà (dentro di noi, più a fondo, per conoscerci meglio?).

A Milano, io mi sto conoscendo. Di nuovo o per la prima volta, chissà. Sono pronta a conoscermi – in quel che sono, con i miei limiti e nodi ancora da sciogliere (sono davvero, da sciogliere, tutti?). Ad accettarmi per la donna che sono: tanta (che vorrà mai dire, poi?). Sicuramente sensibile, vulnerabile, spezzettata. Ma anche fiduciosa, sorridente, colorata. Mi sento pronta ad accogliermi tutta, a imparare (ancora) dalla vita.

Mi chiedo se ci rendiamo conto di quanto sia importante, per la felicità di ognuno, sentirsi in linea con la vita che si conduce. E con questo non intendo che, se non ci si sente in armonia o nel posto giusto, si debba per forza cambiare città – come ho fatto io. Il posto giusto può essere solo simbolico (gli s-nodi simbolici di Nicoletta). Può stare in qualche angolo nascosto dentro di noi, che ancora dobbiamo scoprire. Che ha bisogno di un po’ più di cura.

Allora io auguro a ognuno di noi di riuscire a portare a galla quei luoghi ancora poco conosciuti o celati che ci pesano sul cuore – impedendoci di sentirci allineati con la vita che facciamo.

Auguro a ognuno di chi mi legge, di trovare “la propria Milano”.

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1 Comment

  1. Mia cara Verusca… Grazie.
    Sei gigantesca!
    Un ciao carico di affetto e di stima per te, Pas…
    CIAO da un’altra Pas: Elisabetta


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