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C’era una volta un’aspirante coach

Percorrere un percorso di coaching strategico assieme a un/a coach vuol dire ottenere il massimo con il minimo sforzo.

Non ho mai pensato di essere una che vuole “salvare il mondo”.

Pre-occuparmi delle altre persone, fa semplicemente parte di me. Da sempre.

C’è chi ha i capelli rossi o le orecchie a sventola. Io ho la pre-occupazione per chi non è me.

Tutto ha inizio con i libri. Le storie delle persone dentro i libri, di cui mi-preoccupavo da bambina. Passavo il tempo col naso ficcato dentro le pagine di carta di qualsiasi storia. Ricordo bene il giorno in cui, avendo ormai letto tutti i libri per la mia età della biblioteca di Marostica, mia mamma portò me e le mie sorelle nella libreria del centro, declamando: “Prendete e sceglietene uno”. (Intanto!)

Mi sono avvicinata inizialmente alle persone immaginarie delle storie che leggevo o che inventavo. Ero una bambina introversa, timida, che amava starsene da sola a giocare, scrivere, leggere. Abbozzavo brevi racconti sulla Olivetti rossa della mamma. Erano storie di amicizie, relazioni, dove le persone e i loro dialoghi erano i protagonisti.

Le mie persone immaginarie le incontravo anche quando mi mettevo di fronte al mangiacassette, e mi registravo mentre leggevo pagine dai miei libri, ad alta voce, tutta seria, ringraziando chi era all’ascolto per il tempo che mi dedicava, con parole scelte con cura.

L’attenzione per chi non è me, è nata così, tra una storia di carta e un programma radio.

Le storie dei libri erano un modo per saziare la mia curiosità di conoscere il mondo al di fuori del mio orticello. Un altro modo lo è diventato specializzarmi nell’ambito della lingue e culture straniere. Arrivare ad insegnare inglese e francese e italiano come lingua seconda, ha coronato il mio sogno di starmene a contatto con ciò che è diverso da me.

Fino al momento in cui ho sentito forte il bisogno di avvicinarmi a un altro tipo di professione, che avesse ancora a che fare con le persone, ma singolarmente, e nel ruolo di cura, più che di istruzione. Dentro di me cresceva il desiderio di fare da guida, mettermi a disposizione di chi avesse una problematica da risolvere, un qualche obiettivo da raggiungere. Anche perché – notavo – a scuola, con gli alunni presi singolarmente o con un genitore in affanno, mi riusciva bene. Così come potevo passare ore ad aiutare una persona amica a stilare liste di azioni utili per raggiungere un qualche obiettivo.

Poi un giorno mi sono ritrovata a leggere i libri di Giorgio Nardone grazie a una serie di incontri con delle psicoterapeute che si sono formate con il suo approccio, che si chiama “breve strategico”. Un approccio molto concreto e pragmatico, che non parte (soltanto) dal chiederti “Come ti senti oggi?”, ma che ti prende per mano e ti guida a trovare la tua personalissima e fattibile “via di uscita” da una situazione di stallo, in tempi brevi. La psicoterapia breve strategica ha iniziato a far parte della mia vita, rendendola migliore. Sentivo come una “chiamata” dentro di me verso l’approccio breve strategico.

Sentivo che era giunto il momento di formarmi in una professione di cura, che potesse in qualche modo mettere assieme tutte le mie competenze, esperienze, e i miei nuovi desideri di realizzazione personale e lavorativa

È così che mi sono avvicinata a Nardone & Partners, in special modo alla psicoterapeuta e coach Chiara Nardone, seguendo un corso di formazione per entrare nel mondo del coaching breve strategico, superando l’esame scritto e di pratica, pronta per potermi iscrivere alla Associazione Italiana Coach Professionisti.

Così, sono diventata una coach con approccio breve strategico.

Il coaching breve strategico racchiude tutto ciò in cui credo e che mi spinge ad agire nel mondo:

  • un ascolto attivo e aperto, privo di pre-giudizio: il coach non insegna ma ascolta e guida, in un percorso condiviso, tra coach e coachee (chi decide di intraprendere un percorso di coaching), nel pieno rispetto del coachee, dei suoi bisogni, del suo modo di essere;
  • una grande cura per la comunicazione e le parole, che si traduce in un dialogo di tipo “strategico” tra coach e coachee, teso a guidare il coachee al raggiungimento del suo obiettivo tramite la risposta “giusta” alle domande “strategiche” del coach;
  • il focus sull’azione, che si traduce nell’arrivare, coach e coachee assieme, attraverso una serie di tecniche specifiche, a creare un piano d’azione su misura del coachee, con l’obiettivo raggiunto in vetta al piano;
  • una struttura ordinata entro cui agire, che si traduce in un protocollo rigoroso ma non rigido, poiché sa piegarsi a chi si ha di fronte, al coachee e al suo stile, alle sue necessità;
  • un cammino di cura che segue i ritmi del coachee, che parte dal piccolo per arrivare al grande, tramite dei passi graduali nel mezzo. I passi che il coachee sa di essere in grado di affrontare e fare, con la guida del coach.

Mi definisco una life coach e school coach.

Mi occupo di problematiche da risolvere od obiettivi da raggiungere principalmente in questi ambiti:

  • scuola, università, studio e istruzione in genere: conosco bene questo mondo, avendoci lavorato per molti anni:  adolescenti che hanno difficoltà in alcune materie, universitari che si bloccano su un esame; insegnanti frustrati e insoddisfatti;
  • relazioni: a scuola, in famiglia (genitori, figli, parenti), tra persone che si amano, sul lavoro; quando insorge una difficoltà di comunicazione o di altro genere;
  • salute: conosco bene le dinamiche di chi ha un dolore cronico, avendocelo anche io. Aiuto le donne che vivono un dolore fisico a individuare il loro modo personale per affrontarlo.

Come si comincia un percorso di coaching assieme a me? Per prima cosa, parlandone.

Sono a disposizione per una chiacchiera gratuita, per capire se posso darti una mano nella situazione che stai vivendo, senza impegno, e spiegarti come funziona un percorso di coaching.

Puoi contattarmi così:

via mail: verusca.costenaro@gmail.com

con un messaggio privato su Instagram o Facebook.

Poi decideremo come sentirci o vederci.

Insieme, possiamo condividere un cammino verso un cambiamento, in meglio, di una situazione. Che finisce per essere anche una crescita di te come persona. Un percorso che è un viaggio a tappe, dove le mosse da compiere sono “piccole” e “semplici”, in una scalata su misura, individuata insieme, in base alla tua personalità e alle tue risorse.

Prendendo a prestito alcune citazioni condivise durante il mio percorso di formazione: “Se c’è un problema, c’è anche la sua soluzione”(Aristotele). Dunque, mai perdere la speranza!

Ma soprattutto, “Non puoi tornare indietro e cambiare l’inizio, ma puoi iniziare dove sei e cambiare il finale. (C.S. Lewis)

Allora, ci vediamo per iniziare dove sei adesso, e cambiare – insieme – il finale?

Se vuoi saperne un po’ di più di me, se clicchi qui lo saprai 🙂

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