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Serendipity a Milano

Per te

Milano è una città che dà tanto ma chiede tanto. Chi viene da fuori va via con il mal di testa, è come una giostra veloce, ma se ci sali è molto bello.

Enrico Bertolino, attore

A Milano le cose ti capitano senza cercarle. Tu ti tieni ben stretto un tuo angolino al riparo dal caos metropolitano, dall’accumulo di stimoli da ogni direzione. Ti fai invisibile nella folla che sovrasta strade e mezzi di trasporto, convinta che Milano non ti osservi, non si curi di te, si faccia la sua vita.

E invece no: Milano nella tua vita ci si ficca eccome. Pezzo per pezzo, volta per volta, piano e con una certa costanza (e soddisfazione, pure!). Così mi è capitato di cogliere e accogliere splendide e impreviste parti di Milano sotto forma di sembianze umane, persone che ho incontrato per caso, mentre facevo altro. Persone che mi sono capitate – come ti capita la poesia, diceva il mio amico poeta Isacco a Firenze. Persone-stelle, forse, a indicarmi una possibile rotta in questa città variegata e tentacolare, elettrizzante e impegnativa, per “sentirmi a casa”. Mi torna in mente un film che ho visto tempo fa. Un film romantico, “leggero” e piacevole, tipo quelli che iniziano a uscire verso novembre su Netflix incentrati sul Natale e i buoni sentimenti. Questo film invece riguardava quel concetto bellissimo che si chiama serendipity – che in italiano si potrebbe tradurre con “colpo di fortuna” – e che la Treccani online definisce così:

Coniato (1754) dallo scrittore ingl. Horace Walpole che lo trasse dal titolo della fiaba The three princes of Serendip: era questo l’antico nome dell’isola di Ceylon, l’odierno Srī Lanka], letter. – La capacità o fortuna di fare per caso inattese e felici scoperte, spec. in campo scientifico, mentre si sta cercando altro.

Queste persone-stelle le ho conosciute proprio così, durante uno dei miei giorni-cuore. I miei giorni o momenti cuore sono quegli spazi che dedico ai miei valori prioritari. Per esempio, uno dei miei valori è la crescita personale e professionale, per cui frequento webinar e convegni sui temi che mi stanno a cuore, o partecipo a incontri letterari con scrittori e poeti. I momenti-cuore sono lo spazio del piacere, o anche del dolce far niente. Posso decidere cosa fare a seconda di come mi sento, ascoltandomi nel profondo: voglio restare tutto il giorno a leggere sul letto? Farmi una passeggiata di 2 ore? La cosa importante, è l’ascolto autentico di me e dei miei bisogni, senza forzature o ingerenze esterne. È così che in un momento-cuore mi è capitata M.R., mentre sedevo in una libreria, in attesa della presentazione di un libro. Mi sono girata e una donna dietro di me ha preso a commentare il clima nella stanza. Un approccio semplice, che però ha fatto scattare una molla in me: ho sentito un’energia particolare provenire da quella persona, e ho deciso di seguirla, scoprendo una donna originale e coraggiosa, che ha lasciato il suo lavoro di sempre, per fare quello in cui si riconosce. Formandosi, studiando con impegno e passione, dedicando tempo a crearsi una nuova professione nell’ambito del counseling e della comunicazione. Un ruolo nuovo da proporre al mondo, dove portare un po’ di benessere e gentilezza – in quel mondo. 

La stessa cosa è capitata a un convegno di psicologia (tema che adoro!), dove sono arrivata con l’intento di “isolarmi” il più possibile e imparare cose nuove da professionisti che stimo e seguo a distanza. Mi sono proprio detta “Veru, oggi stattene per conto tuo, recupera e nutri le tue energie, non disperderti in nuovi incontri”. Questo me lo ripeto spesso per auto-tutela,  perché sono una persona “aperta” e ricettiva, che entra in relazione in fretta, se sente le energie “giuste”. E talvolta questo si trasforma in un sovraccarico di energie e stimoli che tendono a sfibrarmi un po’. Quel giorno avevo tutte le mie buone intenzioni, motivo per cui, durante la pausa pranzo condivisa con gli altri partecipanti, mi sono seduta a un tavolino appartato in cui non c’era nessuno. “Posso sedermi qui?”. Eccola! Ho pensato. Così non ho potuto fare a meno di incappare in S., altra donna originale e resiliente, altra donna stanca del lavoro che fa da sempre, non più stimolata da un ambiente in cui non si riconosce più, che non è avanzato come ha fatto lei. Anche lei con un progetto in mente, di diventare libera professionista e fare il lavoro che più ama, di cura verso gli altri, di condivisione delle sue abilità artistiche e creative con chi ne ha più bisogno.

Ma Milano non è solo gente desiderosa di cambiamenti. A Milano c’è chi è felice e soddisfatto di quel che fa – e condivide questo sentimento di gioia con chi incontra. Milano è anche L., che gestisce un’edicola non lontano da casa mia e ama il suo lavoro. Ricordo di essere uscita in un mio momento-cuore con l’intenzione di farmi “solo” una passeggiata esplorativa in una zona nuova vicino casa, e farci qualche fotografia. Ancora una volta mi ero ripromessa: niente incontri, non metterti a parlare in giro con la gente, contieni la tua esuberanza e curiosità per altre occasioni! Niente da fare. Stavo cercando una piantina di carta di Milano, e mi sono imbattuta nell’edicola di L.. Una persona allegra, dal sorriso aperto e dalla facilità comunicativa, pronto a inserire nelle sue battute racconti di sé e della moglie. Pronta a propormi dove trovare una piantina della città – dato che lui le aveva finite – in un posto con un edicolante altrettanto accogliente (“Perché, sai, fa tutta la differenza, un sorriso davanti!”)

Ma Milano non è solo persone – soddisfatte di sé o alla ricerca di sé. Milano è anche luoghi imprevisti. Milano è quella zona che tutti dicono stai attenta quando ci passi, è degradata, ci puoi fare incontri strani. Eh sì, ci sono passata in un mio giorno-cuore, e ci ho fatto un incontro decisamente “strano”: con dei muri riempiti di graffiti stupendi dalle immagini vivide e dai colori sgargianti e luminosi. Graffiti che rendono dignità a palazzoni anonimi e periferici dai piani infiniti. Che danno vita e colore al grigio di un cavalcavia, di un sottopassaggio. Dove arrivi e d’un tratto ci trovi disegnato un castello, e pensi: sì, mi sento proprio dentro una città da fiaba.

(Ecco il cavalcavia con castello Sforzesco!)

Graffiti a Milano Biocaffeina

Queste persone-stelle, questi luoghi-stelle che scopro all’improvviso durante le mie esplorazioni, senza scopo, senza pianificazione, sono le mie piccole fortune. Le mie piccole felicità, capitate per dare colori e forme nuove alle mie giornate, in una città tutta nuova. Una guida per trovare la mia giusta direzione, da milaneseh e settentrionale-di-ritorno quale sono a Milano.

Se vuoi leggerti la prima puntata dei racconti della milaneseh, una settentrionale-di-ritorno a Milano, la trovi qui: 

https://www.biocaffeina.it/2022/09/08/una-settentrionale-di-ritorno-a-milano/

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